Terra a terra

PAOLO PANCALDI

TERRA A TERRA

Terra a terra, titolo aperto a molteplici significati. Terra come origine, terra come teatro di violenza, terra oltraggiata, terra faticata ma anche percorsa, inseguita, amata. La ceramica è terra. Ho cercato uno scenario antico medievale per presentare il lavoro di due artisti romani: Angelo Colagrossi, Mauro Magni. San Zenone all’Arco per la sua storia, l’architettura, gli affreschi è quanto io desideravo.
I due artisti pittori si sono cimentati negli ultimi anni nella realizzazione di opere in terracotta, i cui esiti risultano coerenti in rapporto ai rispettivi linguaggi pittorici. Vengono presentate di Colagrossi un nucleo di terrecotte smaltate sul tema della figura ridotta in forma di sagoma. Una serie di profili femminili orientali, africani, adornati di fili di perle. Eleganti “come regine” di epoche passate. Queste sagome sembrano come cancellate o levigate dal vento. Ridotte a forma priva di una sua storia si inseriscono in quella generale riflessione sulla globalizzazione, sul mondo dei consumi che Colagrossi porta avanti da anni. Lo stesso autore in diverse occasioni le ha definite “forme globalizzate”.
Di Magni al contrario vengono esposte una moltitudine di soggetti: torri di Migdal, monoliti, fiamme, reliquiari, strutture arcaiche ed architettoniche. Opere che attraverso la metafora iconografica arrivano sempre ad un preciso valore simbolico. L’abbondanza dei temi nell’operare di Magni, è espressione di una poliedricità propria dell’artista che procede nel suo lavoro per approfondimento tematico e intriganza intellettuale.
Il senso della mostra “Terra a terra” trova una convergenza nel lavoro dei due artisti Colagrossi e Magni che, seppur diversissimi tra loro, viaggiano di fatto su piani paralleli. La fragilità della ceramica si oppone alla violenza dei tempi. La forza espressiva al vuoto della contemporaneità.